Analisi One-Half House di John Hejduk
OneHalf House John Hejduk “… le case sono simili a bambole di cartapesta, bambole che chiudono gli occhi quando giacciono su un piano orizzontale, ma che quando sono tenute dritte hanno le pupille spalancate … ma le iridi sono vuote … niente c’è dietro di esse … solo composizione.” John Hejduk
John Hejduk – Note biografiche
John Hejduk è nato a New York nel 1929.Ha studiato alla Scuola di Arte e Architettura della Cooper Union dal 1947 al 1950 e alla University of Cincinnati dal 1952 al 1953. Inoltre, arrivato a Roma con una borsa di studio Fulbright, ha seguito i corsi di Pierluigi Nervi alla facoltà di Architettura. Dopo aver lavorato per diversi studi di New York, è entrato a far parte dello studio J.M. Pie & Partners, dove è rimasto dal 1956 al 1958. Nel 1960 diviene primo progettista dello studio A.M. Kinney Associates di New York. Insegna alla Coenell University, alla Yale Graduate School of Design, alla Cooper Union e alla University of Texas dove entra in contatto con Bernhard Hoesli, ex collaboratore di Le Corbusier. La sua attività professionale è rivolta soprattutto alla casa singola, in cui sviluppa la sua capacità di teorico della progettazione. Five Architects New York Kenneth Frampton in un meeting organizzato a New York nel 969, al Museum of Modern Art, alla Conference of Architects for the Study of Environment, presenta ’opera di cinque architetti: Peter Eisenman, John Hejduk, Charles Gwathmey & Robert Siegel e Richard Meier, la cui unione avviene tre anni dopo con il volume Five Architects. Quasi tutte le loro opere presentate sono ville residenziali per una committenza alto borghese, capace di apprezzare la nuova Poetica della Nostalgia”. Nostalgia, in particolare, per il Purisme dell’Esprit Nouveau di Le Corbusier e dei risultati pittorici e architettonici degli anni ’20. I cinque si ritagliano un preciso circuito: “l’architettura come tale” non può indulgere ad alcun populismo; il suo committente ideale è il collezionista. La stampa americana li definisce subito “la nuova scuola di New York”. Il disimpegno dei Five appariva provocatorio solo perché avevano intravisto ciò che sarebbe accaduto, portando fino in fondo la riduzione dell’architettura.
Five Architects New York
Kenneth Frampton in un meeting organizzato a New York nel 1969, al Museum of Modern Art, alla onference of Architects for the Study of Environment, presenta l’opera di cinque architetti: Peter Eisenman, John Hejduk, Charles Gwathmey & Robert Siegel e Richard Meier, la cui unione avviene tre anni dopo con il volume Five Architects. Quasi tutte le loro opere presentate sono ville residenziali per una committenza alto borghese, capace di apprezzare la nuova “Poetica della Nostalgia”. Nostalgia, in particolare, per il Purisme dell’Esprit Nouveau di Le Corbusier e dei risultati pittorici e architettonici degli anni ’20. I cinque si ritagliano un preciso circuito: “l’architettura come tale” non può indulgere ad alcun populismo; il suo committente ideale è il collezionista. La stampa americana li definisce subito “la nuova scuola di New York”. Il disimpegno dei Five appariva provocatorio solo perché avevano intravisto ciò che sarebbe accaduto, portando fino in fondo la riduzione dell’architettura.
One-Half House
Gli studi e le ricerche sulle figure e sulle regole della geometria, spingono John Hejduk a sperimentare, nella progettazione, l’accostamento di forme pure e di volumi elementari. Nella One-Half House, opera mai stata realizzata, Hejduk, pone in relazione tre figure geometriche elementari: il cerchio, il quadrato e il rombo, utilizzandone però solo la metà. Questi tre elementi, accostati ma separati, sono uniti tra loro da passaggi posti ad ogni piano e collegati mediante una scala esterna. La casa si sviluppa su tre livelli: il piano terra ospita la zona notte; al primo piano troviamo, distribuite nei vari spazi, racchiusi dalle diverse forme, la zona giorno; nel secondo piano, i tre volumi si aprono, in parte, diventando terrazze. L’ingresso della casa è costituito da un lungo e stretto passaggio a forma di T.
Per comprendere meglio la One-Half House ho analizzato i seguenti elementi:
1- Elementi geometrici generali
Analizzando più approfonditamente “Gli elementi geometrici generali“ della One-Half House, ho iscontrato che, come accennavo sopra, Hejduk utilizza tre figure geometriche elementari, il cerchio[rosso], il quadrato[blu] e il rombo[ciano], che seziona a metà con leggi altrettanto elementari. Tutti questi elementi, ompreso anche il lungo corridoio di ingresso a forma di T[giallo], sono inscritti in un quadrato[viola]. Le tre figure, a loro volta, sono inscritte in due quadrati che formano un rettangolo[arancio]. Per farci percepire immediatamente le tre figure base, Hejduk inserisce, in ogni forma, un camino[verde chiaro] che si sviluppa su tutti e tre i livelli. Anche i pilastri[lilla] che si trovano al centro delle figure complete (cerchio, quadrato e rombo interi) hanno la forma delle figure iniziali. Al secondo piano, inserisce dei lucernari[verde scuro], sempre con la relativa forma intera, accostandoli in maniera ortogonale ai camini e realizza, dal lato opposto, alcune stanze[marrone], le cui porte d’ingresso sono ricavate sezionando 1/4 della figura (ciascuna stanza). Hejduk, quindi, compie due operazioni complementari, sceglie forme assolutamente banali e le deforma secondo regole ugualmente elementari senza banalizzare il progetto.
2 – Elementi strutturali
Gli elementi strutturali che ho individuato, i pilastri[ciano] e i muri portanti[rosso], coincidono con gli elementi eometrici che ho analizzato in precedenza. I muri portanti definiscono la forma delle stanze ( 1/2 di erchio, 1/2 di quadrato e 1/2 di rombo ), reggono la copertura del corridoio a T e il lato più piccolo della scala; i pilastri sono situati al centro di ogni figura completa.
3 – Elementi di separazione tra interno ed esterno
L’interno e l’esterno sono separati:
– da muri portanti[rosso];
– da vetrate[verde], che colloca nel punto di sezione delle figure complete, nei piani che collegano le varie stanze, presenti in tutti e tre i livelli, e nel corpo scala;
– da finestre[blu];
– da terrazze[giallo], che occupano tutto il terzo livello.
4 – Elementi di ripartizione interna
Hejduk utilizza i tramezzi:
– al piano terra[celeste], nella zona notte di tutte e tre le stanze, racchiudendo il bagno e, prolungandoli, li utilizza come testata del letto;
– al secondo piano[lilla], creando stanze a forma di cerchio, quadrato e rombo, dai quali elimina 1/4 per creare l’ingresso.
5 – Passaggi e percorsi
I luoghi principali di passaggio della casa sono:
– il corridoio a T[giallo]conduce alla casa;
– il vano scala[blu]e collega i tre livelli;
– i corridoi[rosso], di ogni livello, che conducono alle tre stanze.
I percorsi[magenta], all’interno della casa, sono segnati, nel primo piano dai tramezzi, nel secondo piano agli arredi e nel terzo piano dai muri delle stanze. In tutti e tre i livelli e in tutte le stanze, con questa omposizione di muri e arredi, Hejduk ci conduce al camino.
6 – Luoghi di sosta
Il luogo di sosta, inteso come il luogo in cui ci si “ferma” per decidere in quale stanza andare, è rappresentato dal corridoio[arancio] di tutti e tre i livelli.
7 – Le eccezioni
Osservando accuratamente le piante e dopo aver analizzato i punti precedenti, ho riscontrato tre eccezioni. La prima[giallo] si trova al piano terra, nella stanza 1/2 di rombo, in quanto è l’unica stanza in cui all’interno del bagno è presente solo il lavabo. La seconda[blu] si trova al secondo piano e riguarda le bucature, porte e finestre, in quanto ho notato che, nei primi due livelli le bucature vengono invertite nella loro posizione ( ad esempio nel primo livello, nella stanza 1/2 di cerchio, la finestra è collocata nella parte sinistra, mentre nel secondo livello nella parte destra ) mentre nel terzo livello troviamo due bucature, che sono il risultato della somma delle bucature precedenti, ad eccezione della stanza 1/2 di cerchio che continua ad averne una. La terza[rosso] riguarda l’affaccio: mentre per le stanze 1/2 di cerchio e 1/2 di rombo, esso è rivolto verso l’interno della casa, per la stanza 1/2 di quadrato esso è rivolto verso la parte esterna.
Dopo aver analizzato One-Half House, posso concludere dicendo che per qualsiasi interpretazione dei lavori di John Hejduk, compresa la mia, bisogna tener conto di quello che lui disse a proposito dei suoi progetti:
“…puoi mettere ogni genere di condizione metaforica nel progetto, ma la condizione essenziale è: se togli tutte le metafore, se strappi via tutti i testi, deve rimanere sempre una composizione architettonica.” John Hejduk